Se ogni paradiso ha bisogno di una guida teologica, la vostra porta un paio di baffi biondi a reggere un sorriso sornione e compiaciuto: lo zio Pietro Corona, patron dell’Osteria ai vini del Paradiso. In cucina ci sono le scontrose sorelle di Pietro. Tanto carattere e molto mestiere.
Troneggia nella piccola sala, con soli sei tavoli, un piccolo banchetto del pesce, che sostituisce il bancone dove il padre dello zio Pietro Corona, e delle pie sorelle cuochine, spillava vino per gli avventori di via Serradifalco ( I vini del Paradiso). Questo piccolo banchetto è veracemente l’oggetto dei desideri e segna la cifra di questo luogo dove il pesce è l’elemento distintivo, fresco, ben cucinato, ben servito. Ci sono saraghi, orate, spigole, gamberi rossi imperiali, merluzzi e cappuccetti.
Cominciate con un piccolo polpo bollito; sarà l’inizio della vostra ascesa, la vostra piccola porta per il paradiso. Zio Pietro lo servirà ancora fumante da tagliare a addentare per sentirne le carni sode. Lo sfondamento delle vostre certezze culinarie in campo tradizionale, quella sottile linea che differenzia questa trattoria dalle altre e che è difficile tradurre in parole sta tutta nella semplicità, nella schiettezza di questi piatti che rimandano ad una sintesi tra prodotti del territorio e minimo intervento umano. I primi piatti vi introdurranno al discrimine di cui blateriamo. Ottima è la pasta con i broccoli arriminati, bucatini molto al dente che si presentano color zafferano (ma non ci è stato dato di sapere, come tutti i misteri della salvezza) e i cui broccoli non sono completamente frantumati e aggrumati ma quasi distinti. Buona è la pasta con le sarde, dove l’amalgama tra gli elementi è completa e il finocchietto risalta al palato. Buona anche la pasta al nero di seppia, classica.
Non perdetevi il pesce, lasciatevi preparare un piccolo sarago, i gamberoni, un occhiata o un dentice, le triglie o il pesce spada. Il pesce è la vera forza di questa Osteria.
Sarà il conto a farvi tornare alle cose terrene. Disponetevi ad allargare le maglie della vostra borsa e versare almeno venticinque euro ad anima. Tutti ben spesi, per carità, ma sopra la medie delle nostre trattorie. Il nostro affabulatore baffuto arricchirà il vostro pranzo con battute sulla vita familiare, sul mondo e sui figli. Attenzione, il nostro trovatore palermitano tende a tracimare. Potrebbe attaccare un pezzo un po’ epico un po’ picaresco sul suo festeggiamento delle nozze d’argento. Nulla da temere, una volta bevuto il vostro caffè rendete grazie e quindi uscite.
TRATTORIA AI VINI DEL PARADISO
Via serradifalco 23 (Quasi ad angolo con via Dante)
Aperto a pranzo
sei tavoli da sei
in media 25/30 euro
il pesce in questa trattoria è buonissimo ma il tipo è un po' scortese. La recensione è davvero bella.
RispondiEliminaGiorgio
facesse anche lo scontrino...
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